Il pubblico balla, applaude, un gruppo di ragazzini di un’intera classe musicale si esaltano ritmando il tempo durante l’esecuzione fantastica del Flauto magico di Mozart secondo l’interpretazione originale della mitica Orchestra di Piazza Vittorio, in scena a Roma al Teatro Olimpico.
Chi andrà a teatro, appassionato o no di musica, potrà godere della grande capacità di mettere su uno spettacolo collettivo di musica dal vivo che fa invidia ai grandi gruppi americani; non è un music hall, non è un’opera lirica, è tutto questo e di più: è l’essere riusciti a mettere insieme la cultura musicale classica, di cui la musica mozartiana è un caposaldo, con le individualità di altri generi (pop, reggae, rock, jazz) che il gruppo multietnico dell’orchestra nata dalla strada riesce a coniugare senza sbavature o calate di tono. Ecco allora che la favola di Tamino e Pamina e degli altri personaggi della favola nata dalla genialità del giovane musicista austriaco divengono un mix di musica contemporanea, con il cantastorie in abiti settecenteschi, nero, che si esprime in dialetto meridionale, con il telefonino che suona in scena con la musica di Pappageno, con i grandi schermi che dietro i musicisti raccontano in una sorta di graphic novel attraverso colori pop la storia che viene rappresentata. Gli artisti cantano ciascuno nella propria lingua, e con il proprio stile musicale: ecco allora l’inglese bionda Pamina, il bellissimo e dinoccolato Tamino, principe nero che si muove a ritmo di reggae fischiettando, ecco l’arabo, lo spagnolo, il portoghese, il francese, il tedesco drammatico espresso con convinzione dagli acuti della regina della notte. la migliore in scena. Costumi colorati ed esagerati,cappelli stravaganti e ironici, strumenti originali dal suono inconsueto a sottolineare il clima surreale e fantasioso dell’intera rappresentazione, clima cameratesco sul palco con gli artisti che salutano, si abbracciano e rispondono alle attese del pubblico coinvolto ed entusiasta.
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