Due sole serate al teatro Argentina per lo spettacolo “Italiane, ballata delle donne fiere” organizzato per il centocinquantesimo dell’Unità da sole donne: le artiste Maddalena Crippa, Tosca, Lina Sastri raccontano, cantano, esaltano la storia di donne semisconosciute che hanno contribuito al nostro Risorgimento, delle quali poco o nulla si è detto.
Colomba Antonietti, giovanissima, segue il marito cadetto e si traveste da uomo per combattere da volontaria al suo fianco, morendo in battaglia; la trasteverina Giuditta Tavani Arquati, madre, moglie e patriota, muore trafitta in un assedio degli zuavi nella sua stessa casa; Enrichetta Caracciolo, nobile napoletana costretta al convento di clausura da cui fugge, perseguitata dalle autorità religiose e borboniche, perché non è ammissibile la sua voglia di libertà e autonomia; la siciliana Peppa la cannoniera, che da sola affronta i soldati borbonici che la irridono colpendoli con un cannonata; e soprattutto la principessa milanese Cristina di Belgiojoso, dedita in ogni modo alla causa nazionale. Fondatrice della prima Gazzetta italiana, il grande Manzoni si rifiuta di collaborarvi ritenendo disdicevole scrivere per un giornale diretto da una figura femminile! Ma lei non si scoraggia e invitata a Roma da Mazzini organizza l’assistenza dei soldati feriti durante l’assedio francese alla neonata Repubblica romana del 1849: recluta trecento volontarie, tra le quali anche prostitute e cui dà ruolo e dignità, malgrado gli strali del Papa, a cui risponde con una lettera fiera e coraggiosa. Sara Nathan, creatrice di scuole popolari, perché la libertà si conquista con la cultura. Le attrici cantano, ballano, agitano tricolori, suscitano entusiasmo cantando l’Inno di Garibaldi, O Venezia, La bandiera di tre colori, Addio mia bella addio, La bella Gigugin…..il pubblico risponde battendo ritmicamente le mani, aggiungendosi al coro, chiedendo rumorosamente il bis! Le attrici, vestite austeramente di nero, si colorano di entusiasmo, commozione, partecipazione rendendo lo spettacolo davvero indimenticabile: sembra quasi che la regista Emanuela Giordano lo abbia confezionato per rispondere agli insani proclami secessionisti che abbiamo recentemente ascoltato: il pubblico del pur tradizionale teatro romano ha mostrato invece di non aspettare che uno stimolo per motivare la sua convinta adesione alle idee di unità del paese che nello spettacolo vengono suscitate dalla intelligente scelta dei testi, delle musiche, e della passione delle tre artiste, coadiuvate da musicisti competenti, seri, mai retorici ma convinti di una tradizione che, pur rinnovandosi, parla al cuore di tutti!
All’uscita del teatro, alla fila dei taxi, due attempate signore cantavano a squarciagola la Bella Gigugin: lo spettacolo ha colto nel segno!
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