Tra le raffinatezze editoriali della Casa editrice Orecchio Acerbo spicca questo grande libro cartonato, che nasce dalla collaborazione tra un poeta siciliano, Nino De Vita, e un illustratore marhigiano, Simone Massi, mentre il critico Goffredo Fofi firma la interessante ed esaustiva postfazione. La storia raccontata in versi in dialetto siciliano, ma tradotta per il pubblico in italiano è quella di un ragazzo tredicenne, che raggiunge una casa abbandonata dove hanno fatto il nido uccelli di ogni tipo, dove si rifugiano per la notte gli animali, e lì pensa di passare la notte. Gli animali, insetti, topi, uccelli, conigli, un riccio, si ritraggono spaventati all'arrivo del ragazzo che comincia a rifugiarsi ogni notte nella casa abbandonata dagli uomini e divenuta proprietà degli animali; ma il ragazzo non regge quell'abbandono, quella solitudine, e dopo poco sparisce, per tornare alla vita con gli altri umani. Insomma il contrasto fra natura e civiltà contemporanea viene raccontato attraverso la poesia e le immagini grafiche, in un bianco e nero di grandi e paurose dimensioni, con una efficacia comunicativa straordinaria. Il nero, il grigio prevalgono, con un segno forte, deciso, a mostrare l'ineluttabilità della sorte della casa sull'altura, rosicchiata dai tarli e alla fine totalmente distrutta. Gli uomini e gli animali domestici sono andati altrove. Molto evocativa la scelta grafica di dare maggiore spazio alle illustrazioni, capaci di parlare un linguaggio universale e di arrivare a colpire con efficacia la sensibilità di lettori/spettatori di ogni età. La postfazione di Goffredo Fofi è un vero saggio antropologico, per chi volesse approfondire il tema della frattura fra città e campagna nel mondo contemporaneo, come già profetizzato da Pier Paolo Pasolini e Carlo Levi.
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