« Bevete cacao Van Houten!» è la frase, raccontava Majakovskij, che il condannato a morte doveva gridare prima della sua esecuzione per pubblicizzare il prodotto e far guadagnare soldi alla sua famiglia: una frase immensamente triste e drammatica, se si tiene in mente il contesto in cui veniva pronunciata. Bevete cacao Van Houten! (Einaudi) è il titolo della raccolta di racconti di Ornela Vorpsi, scrittrice albanese che scrive in italiano ma vive a Parigi, che ci regala uno dei libri più belli di quest’anno: uno spaccato triste e drammatico, appunto, della condizione dell’emigrato, della sofferenza umana, della ricerca dei sogni e la realtà dei fallimenti. Quattordici racconti che in realtà costituiscono un romanzo, un’unica via ininterrotta che percorriamo dalla rossa Albania, sporca di sangue e comunismo, fino alla tanto sognata Italia e alla redenta Francia. Storie di tradizioni, di morti, di follie e psicosi, ritratte dall’abile scrittura elegante e penetrante della scrittrice: conosciamo così la storia di Moma, anziana signora costretta a casa da un cancro; Petraq, folle artista albanese vittima dei suoi quadri e dei pregiudizi della gente; Gazi, meccanico dai sogni di ricchezza che sparisce nel nulla; Lucien, che sacrifica la madre per la Francia; Teuta, che ricerca il sogno italiano e trova l’orrore. Storie divelte, destini dolorosi, introspezioni accecanti che ci fanno commuovere, ci regalano fragilità e restituiscono forza, la forza di resistere, di combattere, di vivere. | |