Nuovo successo di vendite per l’ultimo romanzo di Gianrico Carofiglio,Le perfezioni provvisorie, che ripropone il suo personaggio riuscito e fascinoso, l’avvocato penalista barese Guido Guerrieri, che sembra occuparsi di casi giudiziari quasi per hobby: in realtà le sue vere passioni sono i libri e, per scaricare le tensioni, la boxe e le passeggiate notturne in bicicletta. Eccolo dunque nel suo nuovo studio, opera di un architetto di grido, con nuovi collaboratori, tra cui una giovane sudamericana di colore, Consuelo, tanto per dare un aspetto di politically correct alla sua attività forense. In questa avventura, però, l’avvocato è costretto ad improvvisarsi detective, allorchè si trova coinvolto dalla famiglia nella misteriosa scomparsa di una ragazza poco più che ventenne, Manuela, su cui la polizia e i carabinieri hanno fatto serie indagini ma il caso, dopo un intero anno, sta per essere archiviato. Guerrieri si convince ad assumere il caso di fronte alla disperazione del padre della ragazza, mai rassegnato alla perdita dell’unica figlia. Si susseguono colpi di scena, interrogatori, viaggi a Roma, incontri con diversi personaggi che a vario titolo potrebbero essere coinvolti in una storia apparentemente indagata con cura ma che rivelerà, nelle pagine finali, l’abilità di Guerrieri nel dipanare matasse complesse. L’aiuto gli verrà dai libri: un racconto di Sherlok Holmes e "La lettera rubata" di Poe saranno gli spunti che gli permetteranno di arrivare alla dolorosa soluzione del caso.
Veramente affascinante il modo in cui Carofiglio, pur seguendo in pieno il ritmo del giallo classico, riesce ad introdurre il tema della lettura che fa da fil rouge di tutta la narrazione: un taxista lettore, sul sedile della cui auto giacciono libri diversi per diversi momenti di lettura; una delle amiche di Manuela, Anita, a cui piacerebbe aprire una libreria sul genere di City Lights Books... e poi le citazioni di libri che Guerrieri ha letto nell’infanzia e che gli tornano alla mente nei momenti di più forte concentrazione che il suo lavoro gli impone, Sandokan, Tarzan, Charlie Brown, "Il mastino" di Baskerville. Insomma, il romanzo è godibilissimo, si legge con piacere, ci si immerge in un’atmosfera ricca di spunti cinematografici, musicali, televisivi, si ripercorre con leggereza la storia del costume dagli anni settanta in poi, anche se si devono fare i conti con vicende terribili, come lo spaccio di droga, che, troppo spesso sottovalutato, sta devastando un’intera generazione di giovani.
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