Errore nell'eseguire la query
Letture
Beijing Story - Tongzhi. di Daniele Messina
di Elisabetta Bolondi

Beijing Story è stato senza dubbio il libro dell’anno appena trascorso. In primo luogo perché è ambientato in Cina, l’attuale potenza economica e culturale più fortemente in crescita nel mondo. In secondo luogo perché ripercorre lievemente, come sfondo alle vicende narrate, la tragica storia politica della Cina di fine millennio. In terzo luogo, e sicuramente quello più importante, perché è il primo romanzo cinese nella storia della Repubblica Popolare a parlare di omosessualità, considerata fino a pochi anni fa una malattia mentale. Ed è stato un vero e proprio caso mondiale: apparso originariamente su internet a metà degli anni Novanta, questo romanzo è stato poi tradotto in inglese americano, e vede per la prima volta un’edizione cartacea proprio in Italia, per i tipi della Nottetempo, tradotto da Lucia Regola e a cura di Mario Fortunato.
E narra della storia di sesso, tanto sesso, ma soprattutto di amore, tra Handong, ricchissimo businessman, e Lan Yu, povero studente. Una storia d’amore totalizzante, passionale, tragica ma inevitabile, che mette a confronto due mentalità diverse di vivere la condizione omosessuale: Handong la rinnega, la considera una devianza che non può mostrare in società e sposa anche una giovane donna salvo poi tornare dal suo amato; Lan Yu non si pone domande, è il piccolo grande eroe romantico della storia che vive il suo amore “non segreto, piuttosto privato”. Sullo sfondo, una Pechino invasa dalle rivolte di Piazza Tiananmen, dagli sprechi e dai vizi indotti dal denaro, dalla corruzione del sesso e la più dettagliata descrizione di amplessi, sia etero che gay. Un libro che racchiude in sé, come uno scrigno prezioso, una violenta istantanea della condizione omosessuale in Cina. Un libro che parla di amore, con un dannato e luttuoso epilogo che ha il sapore del vento gelido che ti sbatte in faccia l’inverno. Tongzhi, l’autore, non è altro che uno pseudonimo utilizzato per sfuggire alla censura di stato. Uno pseudonimo piuttosto ironico, dato che il significato letterale della parola è “compagno” comunista, ma negli ultimi anni ha preso il significato gergale di “gay”. E un compagno gay in Cina, ancora oggi, non può esistere
06-02-2010