Ciao ciao, maschi
di Daniele Messina
Leggere ‘Ciao maschio’ di Valeria Parrella mi ha riportato in mente una canzone di Alanis Morissette, ‘Unsent’, in cui la cantante canadese scriveva delle lettere (mai spedite) a tutti gli uomini della sua vita, spiegando i suoi perché e i suoi ma, le sue esitazioni e i rimorsi, i suoi addii e le utopiche speranze di riconciliazione. Il nuovo libro della Parrella, una delle più brave e intense scrittrici italiane contemporanee, parla proprio di questo: le struggenti dinamiche amorose nel difficile rapporto uomo-donna. Un monologo teatrale pubblicato da Bompiani e portato in scena lo scorso novembre al Teatro Mercadante di Napoli, che vede come protagonista una donna sessantenne che in una sola notte decide di fronteggiare i fantasmi di tutti gli uomini che ha amato, scavando dolorosamente dentro se stessa e liberando le sue rabbiose verità. Una donna e i suoi sentimenti, dunque, contro un “coro” di uomini, i suoi uomini, divisi in due categorie: “dell’accoglimento”, che avevano la vocazione di proteggerla, e “della libertà”, che la legavano indissolubilmente a loro fingendo di lasciarla libera. Una generalizzazione il cui scopo, in realtà, è la non-generalizzazione: non è un genere che va additato, ma l’intrinseca natura problematica dell’essere umano, quel mondo tutto interiore e onirico che difficilmente si relaziona totalmente, e serenamente, all’Altro. Poche, intime pagine, in cui la Parrella scatena tutta la bellezza della sua scrittura lirica e vorace, che più che un plot narrativo seguono invece un malinconico bisogno di riflettere sull’amore, sulle fallimentari relazioni di coppia, sull’inizio e la fine dei sentimenti: quel simbolico “ciao maschio” (citazione dell’omonimo film del 1978 di Marco Ferrero) che è, appunto, sia un saluto di benvenuto che di commiato.
| |