Autore: Valentina Turriziani
Area tematica: Letteratura - Codice dell'autore: niva2
L’amore nella letteratura del Novecento
inviato il: 05/01/2009
Il tema amoroso nella letteratura dell’800 e del ‘900 viene proposto in forme molto diverse passando dal Romanticismo al Decadentismo e più in generale alla letteratura moderna.
Nel Romanticismo si presenta l’esperienza amorosa legata alla passione , all’idealizzazione della figura femminile , alla generosità dei sentimenti ed allo spirito di sacrificio. All’interno del romanzo realista e del melodramma ottocentesco l’amore appare come un ingrediente fondamentale per definire l’eroe romantico, capace di devozione, di slanci sentimentali e perfino di mettere in gioco la propria vita per dare coerenza alla sua esperienza.
Nell’Ortis Foscolo parla dell’esperienza amorosa di Jacopo per Teresa. La relazione , impossibile da realizzarsi per ragioni di classe sociale, spinge il protagonista al suicidio, forma estrema di protesta contro una società ingiusta, che non dà spazio ai liberi sentimenti. La vicenda segna il trapasso da un gusto neoclassico ad una cultura romantica, dove l’intensità del sentimento prevale sul calcolo e sull’equilibrio della ragione. In Foscolo l’amore è concepito come suprema illusione, insieme alla bellezza femminile, capace di consolare gli animi degli uomini ( All’amica risanata, L'aurea beltate ond'ebbero / Ristoro unico a' mali / Le nate a vaneggiar menti mortali. )
In Manzoni l’amore cristiano di Renzo e Lucia si chiude nel matrimonio, voluto dalla provvidenza divina; il voto di rinuncia pronunciato da Lucia viene sciolto da Padre Cristoforo, che sanziona in tal modo il valore di un’unione voluta da Dio, purificata dalla sofferenza e dal dolore.
Leopardi: l’amore all’interno di una teoria del piacere indefinito.
L’amore come interiorità negata dagli altri, come esclusione dalla felicità e come rifiuto della bellezza della natura, è rivissuto nell’Ultimo canto di Saffo. Il suicidio di Saffo richiama ancora il binomio amore-morte che contraddistingue molti aspetti dell’amore romantico.
Leopardi non conosce l’esperienza d’amore anche se ne intuisce la fresca semplicità, l’intensità e la bellezza…. rivivendola in figure emblematiche della giovinezza (A Silvia ).
Soprattutto nel borgo di Recanati si intuisce l’atmosfera animata del giorno festivo, che rende più viva l’attesa dei giovani ( Il sabato del villaggio ) e prolunga il piacere degli incontri e degli sguardi.
La pensosa nostalgia del tempo che fugge accompagna dolorosamente il chiudersi di una giornata festiva ( La sera del dì di festa ). L’amore mancato, intuito come condizione vissuta semplicemente da altri ( gli abitanti del borgo ) è una forma di piacere fragile e instabile che si pone come semplice interruzione del dolore (La quiete dopo la tempesta ).
Il ricordo < rimembranza > di queste sensazioni e di questi slanci adolescenziali viene rievocato nell’isolamento e nella solitudine. Poco alla volta la caduta delle speranze giovanili inaridisce anche il sentimento ( A se stesso ) la stessa capacità di provare sentimenti si vanifica in un pessimismo totale.
In Verga l’amore è esperienza difficile e mai pacificatamene vissuta. E’ esasperazione passionale ne La lupa, è gelosia e vendetta in Cavalleria rusticana e in Jeli il pastore. E’ legame tenace nell’Amante di Gramigna, calcolo, legato all’avanzata sociale di Mastro don Gesualdo ed al salvataggio economico di casa Trao. La morte in solitudine di Gesualdo testimonia dell’assenza di qualsiasi legge d’amore che regga il mondo verghiano. Anche l’umile e devota Diodata non rompe questa logica di esclusione.
L’amore è infine ridotto nei Malavoglia alla variabile economica nell’impossibile matrimonio di Mena e Brasi Cipolla.
L’amore non ha mai uno spazio autonomo: è del tutto scavalcato dalle logiche economiche del nucleo famigliare, della casa e del lavoro.
L’esperienza d’amore è negata a Pascoli. Il primo trauma è la morte precoce del padre e poi della madre, che priva la casa-nido di quel calore di affetti indispensabile per elaborare l’esperienza della famiglia, cementata dall’amore coniugale.( X Agosto )
Pascoli idealizza la casa contadina ( La siepe ), ove la donna è l’emblema dell’unità e della coesione di una piccola e laboriosa comunità rurale.
Nel Gelsomino notturno < epitalamio, poesia benaugurante in onore di due recenti sposi > il tema dell’ amore coniugale si confonde con quello della probabile futura nascita di un figlio. Ma l’evento suggerito dal simbolo floreale ( il calice del fiore come il grembo della madre pronto ad ospitare una nuova vita
……È l'alba: si chiudono i petali / un poco gualciti; si cova, / dentro l'urna molle e segreta, non so che felicità nuova. )
si confonde nuovamente con simboli ed echi di morte che rendono sia l’esperienza della nuova famiglia che dell’unione matrimoniale, insidiata dai ricordi troppo dolorosi. Il matrimonio della sorella Ida è visto quasi come una forma di tradimento alla ricostruzione della casa-nido pascoliana a Castelvecchio di Barga. Così Rachele confessa nella Digitale purpurea il dolce ma mortale abbandono al piacere dell’esperienza amorosa adolescenziale.
In D’annunzio il tema amoroso sembra presente in un po’ tutti i suoi romanzi a cominciare dal Piacere. In realtà i rapporti con i personaggi femminili sono condizionati dall’esasperata volontà di ricreare forme di bellezza e distinzione proprie del superuomo ( estetismo ). L’amore come abbandono, trasporto, donazione di sé non ha spazio in D’Annunzio. Esso è invece tensione , esasperazione, affermazione del superuomo in vicende d’eccezione che talvolta si capovolgono nel dramma e nella sconfitta . Nel Trionfo della morte il duplice suicidio dei protagonisti Giorgio Aurispa ed Ippolita Sanzio segna l’impossibilità di vivere stabilmente una passione troppo estenuante e vuota nella sua sensualità. Nel Piacere è impossibile da rivivere la relazione tra l’esteta Andrea Sperelli ed Elena Muti, mentre nel Fuoco si consuma, in un’atmosfera autunnale, la passione di Foscarina per l’imaginifico Stelio Effrena.
Un’atmosfera di amore per la natura quasi divinizzata ( sentimento panico di condivisione del tutto ) si ha nella Sera fiesolana dove si abbandonano le tensioni esasperate dei romanzi ed emerge un’atmosfera delicata e musicale, quasi religiosa, in cui prende forma il miracolo delle tenebre. L’amore per le cose ( colline, vegetazione, pioggia primaverile, profumi…) prende il posto dell’attrazione un po’ ambigua per la bellezza femminile. Anche gli elementi naturali ( vegetazione, fiori, acque, ….) capaci di propagare e rendere percepibile il segreto regno d’amore delle cose, vengono talvolta personificati oppure coinvolti nell’immedesimazione panica dell’uomo con la natura ( La pioggia nel pineto ).
I Futuristi dicono che l’analogia non è altro che l’amore profondo che collega le cose distanti, apparentemente diverse ed ostili. Qui il concetto di “amore” è metafora che indica il legame analogico che riunisce i vari elementi della realtà colti simultaneamente attraverso la nostra vigile percezione. Il linguaggio immaginativo ( parole in libertà ) deve esprimere tali legami, attraverso forme espressive creative, che non semplicemente descrivano il mondo, ma diano l’idea della corrispondenza simbolica tra oggetti, eventi, situazioni anche lontane tra di loro ( la velocità ed il movimento sono i nuovi parametri interpretativi del reale ).
Ungaretti parla in Veglia di lettere piene d’amore scritte dopo una nottata passata accanto ad un compagno massacrato. Il sentimento d’amore per l’umanità qui si connota di solidarietà, di pietà per le vittime della violenza della guerra. Il nuovo sentire si produce nel momento più cupo per la vita del poeta ( è definita una corolla di tenebre ). L’amore per l’uomo, che si percepisce nella sua fragile essenzialità, fa scaturire la necessità di poetare. I versi sofferti e scavati profondamente nell’animo sono frutto di un atto d’amore per l’umanità tutta, che si esprime tangibilmente.
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