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Letture
Una piacevole novità: un romanzo finlandese che non è un thriller
di Elisabetta Bolondi
La scrittrice finlandese Riikka Pulkinnen, nata nel 1980, smentisce l’idea che la nuova letteratura nord europea e scandinava sia composta solo da autori di thriller, noir, polizieschi. Questo bel romanzo, “L’armadio dei vestiti dimenticati”, ci mette al centro della vita di una famiglia di Helsinki e ci traporta avanti e indietro nel tempo attraverso la storia di tre generazioni di donne. L’autrice costruisce una narrazione in cui si alternano diverse voci narranti in differenti momenti della vita delle protagoniste, fino a costruire una sorta di concerto a più voci che nell’insieme rendono l’armonia di una famiglia europea dei nostri tempi, che affronta la vita di coppia, l’amore, l’adulterio, la stima, la maternità, la carriera, la voglia di cambiamento, i ricordi, la malattia e la morte. Marrti e Elsa, pittore lui e docente universitaria di psicologia lei, sono una coppia affiatata e complice, genitori di Eleonoora, medico e madre a sua volta di due figlie, Maria e Anna, studentesse poco più che ventenni. Elsa, donna di gran fascino e di profonda intelligenza, ha scoperto di essere malata di un cancro che le concede poco tempo: è il tempo per rimettere a posto i rapporti familiari e chiarire un non detto che silenziosamente ha avvolto la vita di famiglia; Anna, nel tenere compagnia alla nonna ormai condannata, scopre in un armadio un abito da donna dimenticato: è appartenuto a Eeva, una ragazza che negli anni sessanta, quando Eleonoora aveva appena tre anni, aveva vissuto nella loro casa come bambinaia, diventando l’amante di Marrti, all’insaputa di Elsa, presa dalla sua carriera e dai suoi continui viaggi. Le conseguenze di quella storia sono rimaste indelebili nei rapporti fra i diversi attori del romanzo: ora che il tempo stringe e la malattia di Elsa avanza inesorabile, bisogna che tutta la famiglia faccia i conti con quella storia che è stata rimossa ma mai dimenticata. Nel libro la voce di Eeva si alterna a quella di Elsa, Marrti, Eleonoora e appare la più sincera ed efficace, quella che conferisce al libro un fascino speciale; la ragazza ingenua che viene dalla campagna e si trova a vivere nella famiglia agiata e borghese fa il suo percorso innamorandosi perdutamente del suo datore di lavoro, e lui di lei, e poi si ritrae, quando viene scoperta la sua relazione, ed il finale è inevitabilmente tragico. Un libro commovente, da leggere con attenzione e partecipazione, che racconta molto dei drammi e dei rapporti fra madre e figlia, fra donne rivali, fra coppie mature, fra uomini che vorrebbero tutto, e spesso ottengono solo solitudine ed infelicità. Eeva, che ha lasciato nell’armadio un vecchio vestito, rinasce nel ricordo della giovane Anna, che si identifica in lei e nel suo dramma, ma che attraverso quel ricordo può ricongiungersi finalmente a sua madre e ai nonni amatissimi. Chi ha detto che la famiglia è importante solo per i popoli latini? Questo libro dimostra che la Finlandia, il paese europeo in cui si legge di più, è capace di raccontare conflitti, rapporti difficili e nodi della famiglia in modo inatteso ed efficace,

25-02-2012