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Cinema/Teatro
'Così piangevano' di Emiliano Morreale, saggio sul cinema melò
di Elisabetta Bolondi
Un saggio sul cinema italiano degli anni Cinquanta, caratterizzato dal melodramma cinematografico che l’autore chiama mélo è quello scritto dal critico Emiliano Morreale che gli ha dato un titolo significativo e molto efficace: “Così piangevano”.

In effetti non si è mai pianto tanto, andando al cinema, come negli anni a cavallo tra la fine degli anni 40, tra il 1948 con la vittoria della Democrazia Cristiana sostenuta dalla Chiesa cattolica , fino ai tardi anni cinquanta. Con il 1960, invece, anno dell’uscita di film come “La dolce vita” di Fellini e “L’avventura2 di Antonioni”, il cosiddetto mélo può dirsi definitivamente concluso. Il volume è denso di informazioni e propone una vasta rassegna di film, registi, attori e soprattutto attrici che spopolarono sugli schermi in quegli anni, anni in cui si andava sempre al cinema e la televisione non era ancora diventata di tutti e per tutti.
Le attrici davano il loro volto a donne piangenti, vinte, abbandonate, umiliate, con mariti reduci e avviliti, emigrati, violenti. E’ il periodo che vede l’affermazione di giovani attrici destinate a luminose carriere: Silvana Mangano, la Pampanini, la Loren…Film come “Catene” con Amedeo Nazzari e Yvonne Sanson, o come “Anna” con Silvana Mangano e Raf Vallone ebbero un successo travolgente; registi quali Cottafavi, Matarazzo, Comencini, Lattuada, Antonioni, Soldati, Visconti, De Santis, si cimenteranno in questo genere per poi decollare ciascuno per la sua strada, diventando spesso i più grandi artisti fin quasi ai nostri giorni. Sfogliando il libro, troviamo al centro fotografie di scena delle più significative pellicole di quel periodo, spesso dimenticate: ecco Silvana Pampanini alle prime armi, Irene Galter, Yvonne Sanson, Eleonora Rossi Drago, una giovanissima Giulietta Masina, e poi Silvana Mangano audace con le mitiche gambe esibite in “Riso amaro” o suora rigida, chiusa nel velo di “Anna”; e ancora una provocante Sophia Loren in “La ragazza del fiume” e la mitica Alida Valli di “Senso”; non mancano bellissime immagini di Lucia Bosè, Gina Lollobrigida, Eleonora Rossi Drago. Un libro non per soli cinefili, ma anche per spettatori che vogliano ricordare una storia del cinema italiano fatta non soltanto di capolavori, ma di opere di onesto artigianato, che ci raccontano molto della evoluzione sociale, politica, economica del nostro paese, con attenzione particolare al mutamento del costume delle donne, che ne furono protagoniste indiscusse.


26-10-2011