Sul quotidiano la Repubblica, lettere a Corrado Augias, oggi una mia lettera a seguito di quella di un altro lettore, sulle false informazioni che continuano a circolare sulla Rappresaglia posta in essere dal comando tedesco all'indomani dell'attentato di via Rasella, 23 marzo 1943.
Consiglio la lettura del bel libro di Alessandro Portelli "L'ordine è giù stato eseguito", una ricostruzione puntuale e chiarissima di quegli avvenimenti tragici. Pubblico anche la lettera di risposta giuntami dalla signora Bravi, che ringrazio.

Gentile signora Bolondi,
mi chiamo Barbara Bravi e sono la mamma di un ragazzino di 13 anni (terza media) che il 19 gennaio ha visitato con la scuola (la scuola media Garibaldi di Mentana) le Fosse Ardeatine. La visita d'istruzione prevedeva, oltre alle Fosse Ardeatine anche il Museo di via Tasso.
Avevo detto a mio figlio cosa rappresentassero le Fosse e il Museo e avevo cercato di spiegargli il concetto di 'rappresaglia', di esercito occupante e, non essendo ancora arrivati fin lì con il programma di storia, cosa avesse significato per Roma l'attentato di via Rasella. Tutto in modo chiaro e semplice, tenendo conto dell'età.
Al ritorno mi ha detto: "Mi sono commosso alla Fosse Ardeatine, leggendo i nomi sulla lapide mi è venuto un nodo allo stomaco e di ritorno, sull'autobus che ci riportava a casa, non avevo voglia di fare casino coi compagni".
Credo che le parole di mio figlio siano sagge e credo che sia questo l'antidoto alla perdita della memoria storica nelle giovani generazioni: la commozione e la compartecipazione di fronte ad un evento lontano ma non per questo da dimenticare.
La saluto.
Barbara Bravi