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Letture
Un romanzo contro la violenza domestica.'Smettila di camminarmi addosso' di Claudia Priano
di Elisabetta Bolondi
Attuale ma mai scontato il bel romanzo di Claudia Priano nelle vesti di una scrittrice in crisi creativa: l’editore vuole in tempi brevi il suo nuovo romanzo, l’uomo con cui ha deciso di vivere è inviato in Afghanistan e la lascia sola nel trasloco e nella nuova sistemazione di vita. Margherita, reduce da una grave crisi nervosa, è sola e disperata in un appartamento nuovo, in un nuovo quartiere, tra persone sconosciute. Dopo qualche momento di panico viene soccorsa dalla cugina Irene, saputissima e arrogante sorella-cugina, che cerca di organizzare con il suo stile autoritario e nevroticamente ordinato l’esistenza della più giovane Margherita. Ma mentre faticosamente tenta di mettere ordine tra i suoi mobili, libri, quadri, ricordi, fotografie per ricreare un angolo accogliente che le permetta di mettersi al lavoro, Margherita comincia e sentire attraverso la sottile parete che la divide dall‘appartamento attiguo, pianti, urla, lamenti soffocati, grida di bambini, voci concitate. Nei giorni che seguono gli episodi si ripetono e attraverso i contatti con alcune donne del vicinato apprende la verità: Anna, madre di due bambini di pochi anni, viene selvaggiamente picchiata e maltrattata dal marito ed è incapace di ribellarsi; la madre di lei, connivente con il genero, la tiene segregata e non ammette intromissioni da parte di quanti, nel vicinato, hanno sentito e sono consapevoli della terribile violenza a cui la giovane Anna sembra essere ormai rassegnata. Il parroco, Don Morena, a cui Margherita si rivolge per invocarne l’intervento, scaccia la donna accusandola di minacciare l’unità familiare a cui sembra tenere in modo determinato e pregiudiziale.

Mentre il dramma dei vicini si consuma lentamente, Margherita entra in contatto con un universo femminile composito e insolito: c’è la ex insegnante che tiene un cineforum casalingo, la barista arcigna ma attenta a quanto accade intorno a lei, ma soprattutto Irene, che vive un rapporto fortemente conflittuale con la cugina che si dipanerà e meglio chiarirà nel corso della narrazione. In realtà l’intreccio narrativo vuole mostrare una diversa modalità di violenza sulle donne che si è perpetuata nel tempo: la madre di Margherita, la stessa Irene, la vicina di casa suicida, tutte queste donne sono state oggetto di violenza domestica, nel silenzio e nell’opaca indifferenza di chi, pur sapendo, ha preferito tacere. Ma Margherita, provata dalla sua vicenda familiare, riuscirà a far uscire Anna dal cono d’ombra, a farla ribellare, a chiamare la polizia in un momento drammatico, a coinvolgere i servizi sociali, a farsi carico dei bambini, a ricucire il rapporto con Irene proprio intorno alla solidarietà femminile nei confronti di chi ha subito l’indicibile tra le mura della propria casa, all’interno della propria famiglia.

Romanzo di denuncia, si, ma soprattutto romanzo, con una bella qualità di scrittura e un buon approfondimento dei rapporti tra i vari personaggi, una struttura ben organizzata pur spaziando tra tempi e luoghi diversi. Le ultimissime pagine del libro sono destinate alle statistiche sulle violenze domestiche (tragicamente note ed evidentemente poco incisive), mentre la lettura del libro è certamente un miglior strumento di denuncia.
02-09-2010