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Letture
'Il libro delle anime' di Glenn Cooper (Edizioni Nord)
di Elisabetta Bolondi
Non si può non aver letto "La biblioteca dei morti", fortunatissimo best seller dell’anno scorso, per affrontare "Il libro delle anime", che ne è il fascinoso seguito. Per gli amanti del genere, e sono ormai moltissimi, il mix di suspence, storia, letteratura, thriller, tradizione colta e sparatorie supertecnologiche cattura i lettori e li lega alla pagina fino all’ultima riga del romanzo.

In questa nuova avventura, Will Piper, l’agente FBI ora in congedo e felice padre del piccolo Phill e fresco sposo della collega Nancy, non riesce a rimanere in disparte e si butta a capofitto in una nuova avventura. Un libro datato 1527 capita nelle mani di una casa d’aste londinese, proveniente da un antico castello di proprietà di Lord Cantwell... il libro è un elenco lunghissimo di nomi e date, di nascita e di morte, di migliaia di persone. Un segreto di stato circonda la misteriosa biblioteca di cui il libro è solo una minima parte. Will, un po’ per forza ma anche per piacere, sa di non potersi sottrarre dal partecipare al recupero del libro preziosissimo e fondamentale per la sicurezza mondiale. Eccolo in Scozia, nel castello da cui il volume proviene, impegnato in un’affascinante caccia al tesoro insieme alla bella ereditiera dell’antica casata, Isabelle, che è una giovane storica appassionata di archeologia. Insieme, scoprono segreti sensazionali che li portano indietro nel tempo: un antenato Cantwell era amico di William Shakespeare; un ruolo non secondario nell’intricata trama svolge il riformatore religioso Calvino.

La storia culturale dell’Europa dall’abbazia altomedioevale di Vectis alla Riforma protestante dei primi del 500 rivivono nelle pagine del romanzo restituendo a quei noti personaggi storici una freschezza ed un’attualità che sono certamente la parte più interessante e originale del romanzo. L’ultima parte, quella incentrata sul tentativo di Will Piper di salvarsi la pelle e di sfuggire ai sorveglianti dell’area segretissima in cui sono custoditi i nomi e le date di morte dei nostri contemporanei, è più scontata anche se necessaria all’epilogo della storia. Il successo di questo secondo volume di Cooper credo quindi sia soprattutto legato alla capacità di rendere la storia, religiosa, culturale, antropologica, facilmente godibile anche a lettori comuni ma non banali. Un’operazione culturale utile e certamente riuscita. Ci sarà ancora un seguito?

22-06-2010